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  • 13-10-2022
NEWS DAL CNF: "DECRETI LEGISLATIVI DILATANO TEMPI PROCESSI E SACRIFICANO DIRITTO DI DIFESA"

«Gli esiti e i contenuti dei decreti legislativi di attuazione della riforma del processo civile sono addirittura peggiorativi rispetto agli esiti, non pienamente soddisfacenti della commissione di studio e dei gruppi di lavoro».

Lo rileva la presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi, in merito ai decreti attuativi della riforma Cartabia del processo civile approvati oggi in Consiglio dei ministri. 

«Ancora più evidente – spiega Masi – è la distanza dai contributi, reiteratamente ignorati, che l'avvocatura ha dato, avendo ben chiare le premesse e le finalità individuate dal Pnrr, ossia, su tutto, la contrazione dei tempi medi dei processi, che non potranno essere conseguite perché i correttivi apportati sulle singole norme non solo non sono adeguati, ma rischiano di dilatare ulteriormente la durata dei processi, con un inutile sacrificio delle garanzie di difesa e del contraddittorio».

«Insistere, ad esempio, sul regime delle preclusioni – aggiunge la presidente del Cnf - significa voler ampliare gli oneri a carico dei difensori e quindi delle parti, trascurando (violando) i princìpi costituzionali del diritto di difesa e l’accesso alla giustizia, cosi come già ora, sono numerosi i provvedimenti di magistrati che dispongono modalità di trattazione scritta, non considerando o meglio disapplicando norme e princìpi di un codice ancora vigente, laddove dispongono limiti e vincoli al contenuto e alla forma delle note di trattazione».

Sui decreti attuativi del processo penale, il Consiglio nazionale forense valuta positivamente il «superamento della visione carcerocentrica della pena attraverso il nuovo sistema della giustizia riparativa, ma reputa necessario che alla formazione dei mediatori penali contribuisca anche l’avvocatura oltre alle università». Inevitabilmente negativo, infine, il giudizio sulla estensione del processo a distanza: «la scrittura della norma non solo lascia aperti pericolosi spazi interpretativi, ma trasforma indicazioni normative, determinate dall’emergenza sanitaria, in regole generali».

«L'avvocatura – conclude la presidente del Cnf - oggi è ben consapevole che il suo ruolo e la sua funzione non possono e non devono esaurirsi nella giurisdizione e nel processo, ma proprio nella giurisdizione e nel processo non intendono abdicare alla loro infungibile funzione. Per questo continueremo a rappresentare e a sostenere le ragioni del giusto processo in ogni sede e soprattutto nei confronti di chi nell'immediato futuro avrà la responsabilità di guidare il Paese».